Le interviste dei Calici Rosa e il Coronavirus
Si torna sempre dove si è stati bene. E oggi noi siamo volute tornare - virtualmente - da Adriano Grasso, titolare dell’omonima azienda a conduzione familiare nella quale, con l’aiuto del padre e del suocero, produce vini naturali. Siamo a Calosso, in provincia di Asti, territorio in cui - superfluo dire - la barbera regna sovrana esprimendo tutte le sue migliori qualità.

Adriano, in questo periodo cruciale e drammatico dovuto al Coronavirus, ci potresti raccontare come è attualmente la situazione sul vostro territorio? Vivendo a Calosso, un piccolo comune di 1.200 persone che fa da spartiacque tra le Langhe e il Monferrato, la situazione, per quanto surreale, potrebbe apparire normale. In un territorio che è quasi completamente occupato dalle vigne, la vita è scandita dalle stagioni. I vigneti iniziano il loro ciclo vegetativo e i viticoltori seguono questo rituale.
Anche in considerazione della chiusura forzata di locali, ristoranti ed alberghi, situazione che sicuramente ha contribuito a un forte calo delle vendite, come vedi la attuale situazione del mercato? Questo è un anno che è iniziato male e non ha i presupposti per andare meglio. Porterà difficoltà, ma anche cambiamenti e non voglio pensare che saranno tutti negativi. I piemontesi sono testardi e mollare in questo momento non sarebbe giusto. La questione però è un po’ meno bucolica di come potrebbe apparire, in quanto le aziende agricole devono fare il conto immediatamente con i mancati incassi del settore Ho.Re.Ca (n.d.r. acronimo di Hotellerie, Restaurant, Cateringe). Di più difficile previsione saranno le ripercussioni che questa pandemia avrà sui consumi futuri e, quindi, sulla prossima vendemmia.
Molti tuoi colleghi in queste settimane hanno iniziato la vendita on line dei loro prodotti. Anche tu hai seguito questa strada? No, attualmente c’è una tale Babilonia che iniziare ora non darebbe alcun risultato. Forse tra un anno.
Ad oggi hai ricevuto qualche aiuto dallo Stato o dall’Unione Europea? Come produttore biologico hai accesso a qualche misura di sostegno particolare? Attualmente ho ricevuto solo l’indennità del D.L. 18 del 17/03/2020, purtroppo non ci sono canali privilegiati per le aziende Bio.
Quali ritieni che potrebbero essere gli interventi più urgenti per aiutare le aziende e il mercato? Produco prima uva e poi vino per una scelta di vita, sarà più difficile e non sarà più come prima visto che il vino è l’espressione di una cultura legata al territorio. Un aspetto fondamentale da curare sarà la comunicazione. Gli interventi dovrebbero essere mirati alla promozione dei vini verso i mercati esteri, ma anche a ridimensionare le eventuali giacenze di vino in vista della prossima vendemmia. Siamo all’inizio della stagione vegetativa e non sappiamo come si svilupperà l’annata. Se dovesse avere un decorso regolare, potrebbe essere utile diradare le uve in prossimità dell’invaiatura per ridurre il carico produttivo e aumentare la qualità.
Export, comunicazione e un po’ di testardaggine piemontese.
Ecco quali sono gli elementi su cui fondare la “fase 2” per Adriano Grasso che ringraziamo per la sua sempre affettuosa disponibilità e al quale facciamo il nostro più grande in bocca al lupo.
2 maggio2020
留言