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Il Vino incontra l'Arte

Oggi parliamo di arte e di “vinarello”.


Quanti di noi conoscono il significato di questa parola? No, non è l’ultima DOC creata o un nuovo prodotto dell’enologia, si tratta invece di una particolare tecnica di pittura. In quest’ultimo periodo non potendo viaggiare ci siamo abituate a farlo con la fantasia e con la voglia di esplorare nuovi modi di vivere il vino.

Incontriamo Arianna Margiotta, giovane e talentuosa artista salentina. Da sempre, la sperimentazione la accompagna nel suo percorso artistico portandola, per la realizzazione di alcune sue emozionanti opere, ad utilizzare il vino.


  1. Arianna, come ti sei avvicinata al disegno ed alla pittura? Sin da piccolissima sono stata fortemente attratta dai colori, disegnavo e coloravo ovunque qualsiasi cosa. Durante l’ultimo anno di scuola media il mio punto di riferimento, il professore di educazione artistica, segnò il mio percorso di vita consigliandomi, vivamente, di intraprendere gli studi artistici. Non ho mai avuto dubbi che quella sarebbe stata la mia strada. Negli anni ho sperimentato e studiato numerosi ambiti e tecniche artistiche, dalla pittura alla ceramica, dalla grafica alla lavorazione del vetro, dal mosaico alla pittura col vino.

  2. Cosa rappresenta l’arte per te? È la mia ragione di vita e continuoo a studiarla. Ho la fortuna di insegnarla e, soprattutto, di crearla. Chi fa arte come me ha la possibilità di sognare e trasmettere emozioni attraverso ciò che ama fare, quindi, per me l’arte è libertà e comunicazione. Mi appartiene e la divulgo spesso con l’aforisma “l’arte salverà il mondo”.

  3. C’è un artista a cui ti ispiri? Mi attrae e appaga l’arte del ‘900: adoro la cromaticità di Kandinskij, la forza e il tratto deciso di Frida Kahlo, la genialità di Bansky che è capace di trasmettere concetti profondi e tematiche contemporanee con una immediatezza pazzesca. Ma la mia musa ispiratrice è certamente la mia terra d’origine: il Salento. Le sue creature, i suoi paesaggi e soprattutto i suoi colori hanno ormai “rapito” la mia tavolozza. Un forte contributo al mio pennello lo ha dato anche il territorio che mi ospita e mi stimola dandomi la possibilità di esporre ed esprimermi in questa prestigiosissima città: Milano.

  4. Pittura e vino. Come si coniugano? Come è nata l’idea di questo abbinamento? L’utilizzo del vino per dipingere è una tecnica, poco conosciuta ed utilizzata, chiamata Vinarello. Tale tecnica ti permette di dipingere a velature e gradazioni monocromatiche. Una tecnica sensoriale che suscita grandi emozioni. La sperimentazione ha sempre fatto parte di me. L’idea è venuta dalla visione di una macchia, su una tovaglia, di un bel rosso primitivo del mio amato Salento. Il colore era talmente intenso che non ho resistito nel provarlo su carta cotone. Dopo un’attenta ricerca on line ho scoperto la tecnica del Vinarello e le sue grandi potenzialità. Ho, così, iniziato a creare delle opere con questa tecnica, allestendo diverse mostre personali a Lecce suscitando grande interesse. Da lì è nata una collaborazione con una cantina salentina per una estemporanea durante il Vinitaly del 2011.

  5. Con quali vini preferisci dipingere e a cosa devi questa scelta? Dal punto di vista artistico i bianchi e i rosati non hanno caratteristiche cromatiche per poterli utilizzare, pertanto, ho provato diversi rossi che hanno delle tonalità differenti. Lavoro spesso con Primitivo, Negramaro, Bonarda, Barbera e Lambrusco.

  6. Quali sono i tuoi progetti futuri? In questi ultimi anni, con l’avvento dell’insegnamento, ho avuto molto meno tempo per dedicarmi attivamente alla realizzazione di opere, allestimento di mostre ed estemporanee. Ciò nonostante, ho cercato il giusto equilibrio ma, sicuramente, continuare a coniugare entrambe le attività sarà il mio obiettivo, cercando di dare il giusto spazio a nuove sperimentazioni e tecniche. In tal senso, il mio sogno sarebbe quello di aprire un piccolo laboratorio dove chiunque, e in qualsiasi momento, può toccare con mano le mie opere.

  7. Infine, dobbiamo chiedertelo: qual è il vino preferito di Arianna? Adoro la corposità del rosso Negramaro e la freschezza e leggerezza del bianco Chardonnay; entrambi espressione della mia terra salentina.


Grazie, Arianna, per averci portato a considerare il vino da un’altra prospettiva.


30 maggio 2020




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