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  • Immagine del redattoreCalici Rosa

Alla carica!

L'Angolo di Rosa


100% Caricante. Nel 2018 Andreas Larsson miglior sommelier del mondo nel 2007, ha eletto Enrico IV di Cantine Valenti, il miglior bianco d’Italia! Con tali credenziali non si può che impugnare il cavatappi ed iniziare una tenzone.



“Vigne oltre 800 mt.s.l.m. sul versante nord dell’Etna, il suolo è vulcanico con presenza di cenere lavica...” giusto due note per accompagnare i giri del verme e... stap! si parte!







Il colore è un bel giallo paglierino, limpido e brillante; gli archetti generati dal movimento sono come velluto, come tendaggi di un sipario... che il nome del vino sia di ispirazione pirandelliana? Ed ecco traslitterata la degustazione (fin qui condotta nei canoni) in una pièce teatrale. Vi riassumo i restanti due atti, spoilerando che finirà tutto in banchetto. Alla prima olfazione il frutto appare sottomesso al floreale, vi si inchina, come il popolo al passaggio non di Gigli, ma di campioni autoctoni agghindati per la giostra (dal latino juxtare): fieri cavalieri in armatura che calpestano con l’incedere del loro destriero, i fiori di campo e l’erba trapuntata dalle zagare profuse dalla folla. Quindi arriva un acquazzone estivo, di quelli che caricano elettricamente l’aria saturandola di profumi (fiori, foglia d’agrume stropicciata)...il torneo si interrompe? Assolutamente no, procede con più vigore e magnetismo! Con gli occhi stretti per non vedere il sangue, e le orecchie tappate con per non sentire stridore ed urla, SENTO le punte forgiate in metallo delle lance conficcarsi nei fantocci imbottiti di fieno. Tra scintille, fili d’erba sfalciati dalle spade e folate di vento marino scende il sipario. La frescura del temporale introduce all’atto successivo dove il ristoro è garantito da un sorso elegante, sapido, armonico, dove freschezza e calore sono ben equilibrati. Il corpo snello, anche se muscoloso, la fine e lunga persistenza, la sottile mineralità, conducono immantinente le gambe sotto un desco, per un desinare leggero, dove il vino non sovrasta ma accompagna, come un musico, tutto il pasto.

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