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Andrea Castello. Azienda Agricola Castello Santanna

Le interviste dei Calici Rosa e il Coronavirus


Sui colli di Spessa, vicino a Cividale del Friuli in provincia di Udine, c’è un castello fortificato dove ora sorge Castello Santanna. Si tratta di un’azienda a conduzione della famiglia Castello, aperta da nonno Giuseppe nel lontano 1966, attività poi proseguita da papà Angelo e ora da Andrea. Ottimi i loro Friulano, Pinot Nero, Schiopettino e Pignolo che racchiudono nelle loro note tutta la tradizione e l’amore per la terra tramandato da generazioni.

  1. Andrea, in questo periodo di emergenza epidemiologica dovuto al Coronavirus, come state vivendo la situazione sul vostro territorio? La situazione è molto differente da azienda ad azienda. Questo perché sul nostro territorio esistono realtà molto differenti tra loro per dimensioni e per tipologia di vini prodotti. Chi prima vendeva principalmente attraverso il canale Ho.re.ca (n.d.r. acronimo di Hotellerie, Restaurant, Cateringe) sta subendo perdite intorno al 80%. Questo canale, per noi, attualmente pesa in termini percentuali attorno al 15% del totale delle vendite. Bisogna dire che chi invece si rivolge alla grande distribuzione sta viaggiando alla grande! In aziende come la nostra, con una clientela diversificata, i contraccolpi sicuramente ci sono stati, ma più contenuti. Circa il 50% delle nostre vendite sono infatti realizzate con privati, soprattutto residenti all’estero (Austria, Germania, Belgio, e Svizzera). Negli ultimi due mesi con loro abbiamo lavorato abbastanza bene. Certo non tutti i clienti sono pronti a sobbarcarsi spese di spedizione che, in taluni casi, superano il valore del vino! In ogni caso vendite online ne effettuiamo, e sicuramente in questi due mesi c’è stato un forte aumento dovuto al blocco totale. Tanti clienti che prima venivano in azienda, non potendo più venire, hanno preferito acquistare a distanza!

  2. Il turismo del vino adesso è fermo, così come il settore della ristorazione, per quanto riguarda la tua attività di produttore quali nuove strategie commerciali pensi di adottare quando nella cosiddetta “fase 2”? E come vedi la situazione del mercato? Come dicevo, il turismo legato vino, per noi, è sicuramente un canale importante di vendita, rappresentato da centinaia di clienti, soprattutto di Austria e Germania. Clienti che ogni anno, già da Marzo e Aprile, vengono in Italia per godere di temperature più miti, di buon cibo e, perché no, di buoni vini. Alcuni di loro ci hanno già contattato per acquistare i vini, altri stanno attendendo che si riaprano le frontiere. Molti ristoranti ed enoteche con cui lavoriamo e che si trovano in Austria, in questo periodo di chiusura si sono attrezzati con vendite online del vino. Quindi la richiesta da parte loro è si calata, ma non si è fermata e comunque dal 15 maggio dovrebbero riaprire tutto in Austria. Il manifesto dell’Associazione “#ilvinononsiferma” - ormai arrivata ad oltre 500 aziende firmatarie - ha ribadito un deciso no a pratiche commerciali che possano svilire il nostro lavoro, che, peraltro come sottolinea il nome stesso dell’associazione, non si è mai fermato in questi due mesi. Chiedere a noi produttori “di fare da banca” mi sembra una cosa assurda. Abbiamo bisogno anche noi di liquidità per affrontare la stagione ormai in corso. Tra qualche mese c’è una nuova vendemmia!

  3. Ad oggi avete già ricevuto aiuti dallo Stato o dall’Unione Europea nell’ambito della Pac? Ad oggi nulla! Ci sono tutte una serie di misure sulla carta che congelano scadenze riguardanti le OCM vino (n.d.r. Organizzazione Comune del Mercato vitivinicolo), i reimpianti ecc. Ma forme di aiuto dirette nulla. Nemmeno il tanto sbandierato “decreto liquidità” di 25000€ che, finora, è stato precluso al settore agricolo e che forse ora sembra che verrà esteso anche al nostro settore!

  4. Andrea, quali ritieni che potrebbero essere gli interventi più urgenti per aiutare le aziende e il mercato nella ripresa economica? L’intervento più urgente, secondo me, sta nel non caricarci di altri obblighi burocratici inutili! Parlando con ristoratori e gestori di locali, qualcuno non riaprirà perché spaventato da tutte le disposizioni, obblighi, ecc. A parte questo ovviamente c’è bisogno di liquidità. Lo Stato per adesso non ci sta mettendo un centesimo, tutto è demandato alle banche. Per cui chi aveva credito continuerà ad averlo, chi era già in una situazione al limite probabilmente non ne avrà un ulteriore. Nel nostro settore si è tanto parlato anche della distillazione, una misura che potrà venire incontro unicamente alle grandi cooperative di vino a basso costo e qualità. Ma pensare di offrire 30 centesimi ad un produttore di vino di qualità è una proposta indecente. Altro punto importantissimo soprattutto per aziende come la nostra che lavora molto con l’estero e con i privati, è quello di rendere più semplici le esportazioni verso l’Europa. Attualmente in molti Paesi europei viene negata la possibilità di vendita diretta ai privati, mentre in tanti altri è consentita, ma complicatissima e costosa per via delle accise che ogni Stato è libero di applicare o meno. Un abbraccio (virtuale) e speriamo di rivederci presto nella vostra bella Genova!


Grazie Andrea! E noi ti aspettiamo con piacere e ti auguriamo un grande in bocca al lupo per la oramai prossima ripartenza.

9 maggio 2020


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