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Immagine del redattoreCalici Rosa

Andrea Faccio. Cantina Villa Giada

Aggiornamento: 17 apr 2020

Le interviste dei Calici Rosa e il Coronavirus


Come tutti sappiamo questo è un momento di grave emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 (c.d. Coronavirus). La pandemia in atto oltre ad avere già rivoluzionato la vita e le abitudini di ciascuno di noi e messo a dura prova il sistema sanitario, avrà un forte impatto anche a livello economico e istituzionale con conseguenze che purtroppo verosimilmente si trascineranno anche per i mesi a seguire. Il settore vitivinicolo rappresenta sicuramente un pilastro dell’economia del nostro paese con un fatturato che nel 2018 è stato di oltre undici miliardi di euro e un numero di persone impiegate a diverso livello che si aggira intorno ai 13.000,00.

Numeri che diventano ancora più rilevanti ove si consideri anche tutto l’indotto generato connesso per esempio ai settori del turismo e della ristorazione.

In questo scenario, per comprendere come il mondo del vino sta vivendo questo momento, abbiamo quindi ritenuto di chiedere ai diretti interessati, soprattutto produttori - diversi tra loro per collocazione geografica e produzione- la loro opinione in merito alla situazione attuale e soprattutto per conoscere il loro pensiero sul prossimo futuro.

Iniziamo questo percorso con l’Azienda Vinicola Villa Giada che si trova nelle splendide colline tra le Langhe e il Monferrato e più precisamente ad Agliano Terme(Asti), piccolo comune di circa 1.500 abitanti e di cui il titolare, Andrea Faccio, è Vicesindaco.


  1. Andrea ci potresti raccontare come è attualmente la situazione sul vostro territorio? Ad Agliano Terme e comunque in tutta la provincia di Asti, anche grazie agli immensi sforzi da parte di tutto il personale sanitario e alla partecipazione della popolazione, siamo riusciti ad arginare l’emergenza riuscendo anche ad offrire supporto ad altre regioni. Il nostro Comune -in particolare- ha provveduto a distribuire gratuitamente ai propri cittadini le “mascherine” e ad assicurare, anche mediante l’ausilio di diverse associazioni di volontariato, servizi a domicilio a favore delle persone più anziane ed ai soggetti più esposti. Parlare della situazione in ogni caso non è facile anche perché non si riescono a formulare previsioni sulla durata della stessa.

  2. Per quanto riguarda la tua attività di produttore come vedi la situazione? Purtroppo è molto preoccupante. Un grande problema da affrontare sarà la prossima vendemmia. Abbiamo tutti rallentato gli imbottigliamenti ed arriveremo ad agosto con molto vino nelle vasche e poco spazio per far la nuova vendemmia.

  3. Come vedi la attuale situazione del mercato? Ad oggi stanno lavorando bene principalmente le aziende legate alla grande distribuzione, anche in funzione del minore costo delle bottiglie. Le piccole aziende sono invece in grande difficoltà con un calo di oltre il 90% delle vendite. Il commercio online è in crescita ma parliamo comunque di numeri molto bassi. Della ripresa spaventa anche la presumibile mancanza di liquidità dei clienti ed in particolare dei ristoranti e delle strutture alberghiere ormai chiuse da tempo. Non sarà facile trovare una soluzione tra le loro esigenze e quelle dei produttori per quanto, sin da ora, si stia pensando con grande impegno alle strategie percorribili. Alcuni ristoratori per esempio hanno chiesto di ricorrere al “conto vendita”, modalità che però complicherebbe moltissimo i nostri flussi di cassa. Purtroppo ad oggi nessuno ha la ricetta vincente.

  4. Ad oggi avete già ricevuto aiuti dallo Stato o dall’Unione Europea? Dal Governo finora sono stati messi in campo pochi aiuti concreti. La possibilità di rinviare di qualche mese il pagamento delle imposte e dei tributi consentirebbe una boccata di ossigeno ma rinvierebbe solo il problema, senza risolverlo, in quanto l’anno prossimo ci troveremmo a dovere pagare i debiti per il 2019 senza avere la liquidità per farlo. L’Unione Europea non si è ancora espressa in maniera definitiva, soprattutto in ambito di contributi OCM a cui peraltro è sempre stato difficoltoso accedere, soprattutto per le piccole aziende. Ciò anche a causa della quantità di burocrazia, specie nella fase successiva della rendicontazione che viene gestita nell’ambito del singolo paese membro. Basti pensare che l’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura n.d.r.), vale a dire l’ente che in Italia si occupa dell’erogazione dei fondi e dei controlli ad essi collegati, sta ancora controllando le spese sostenute nel 2017 da parte dei produttori.

  5. Quali ritieni che potrebbero essere gli interventi più urgenti per aiutare le aziende e il mercato? La crisi di liquidità, secondo me, è il primo problema da affrontare. La natura non si ferma. Le aziende agricole continuano a lavorare, a sostenere costi e a non incassare nulla. Situazione che verosimilmente potrà portare a non vedere nulla per quasi un anno! Come ho già detto, avremmo bisogno di maggiori fondi per poter mantenere i livelli di esportazione (che in Piemonte è di oltre il 50%), soprattutto verso i mercati degli Usa e della Cine che probabilmente ripartiranno prima di quelli europei. Per ottenere tale risultato sarebbe utile, a mio parere, che i contributi erogati per la promozione dei prodotti pari attualmente ad un massimo del 40% dell’investito dal singolo produttore (del quale peraltro solo un 30% viene realmente percepito dalle aziende a causa dei costi necessari per il loro ottenimento), arrivassero ad un 70-80%, magari destinando tali aiuti anche solo a gruppi di produttori. Ritengo infine essenziale avere una visione comune quanto meno a livello regionale, superando tutti i campanilismi che hanno sempre caratterizzato il mondo del vino.


Strategie comuni e condivise tra produttori, eccellente qualità dei vini, misure per fornire immediata liquidità al mercato mediante gli auspicati interventi governativi sono quindi i principali suggerimenti proposti da Andrea Faccio che ringraziamo e al quale facciamo un grande in bocca al lupo per la prossima vendemmia.

11 aprile 2020



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