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Francesca Buonanno. Cantine Buonanno

Le interviste dei Calici Rosa e il Coronavirus


Dopo due aziende piemontesi il nostro percorso prosegue verso Sud, a Venticano in Irpinia, dove incontriamo le Cantine Buonanno: un’azienda a conduzione familiare nel cuore dell’Irpinia. Nei trentasei ettari di vigne di loro proprietà distribuite nelle località di Venticano, Tufo, Lapio e Torre le Nocelle vengono prodotti Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Falanghina e ovviamente Aglianico e Taurasi.

Ad aprire – virtualmente le porte della cantina troviamo una delle titolari, Francesca Buonanno.

  1. Francesca, la pandemia in atto sta rivoluzionando la vita e le abitudini di ciascuno di noi e ha messo a dura prova il sistema sanitario specie in alcune zone del Paese. Innanzitutto ti domandiamo come è la situazione nella vostra zona? Inizialmente eravamo molto preoccupati per l’accrescere del numero dei casi sul nostro territorio. Possiamo però dire che la situazione in Campania è stata gestita fin da subito molto bene. Fortunatamente i numeri iniziano a migliorare grazie all’impegno di tutto il personale sanitario -al quale non dovremmo mai smettere di dire grazie- e del nostro Presidente regionale che si è battuto fin da subito affinché la situazione non venisse sottovalutata. Questo ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo almeno per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, anche se sappiamo benissimo che ci vorrà tempo prima di tornare alla normalità.

  2. Il coronavirus sta avendo anche un forte impatto anche a livello economico. Come produttori come state affrontando questo momento? L’essere produttore implica rispettare i tempi che la natura ci impone. Personalmente ci siamo organizzati ed impegnati per riuscire a terminare la potatura invernale e la legatura prima dell’emergenza vera e propria. Questo ci ha permesso di poterci fermare momentaneamente. È chiaro però che si debba ricominciare il prima possibile. I prossimi “step” saranno altri lavori in vigna e gli imbottigliamenti -che solitamente avvengono tra aprile e maggio- per poter avere i serbatoi liberi per la prossima vendemmia. Non possiamo quindi permetterci di stare fermi ancora per molto.

  3. Anche il mercato del vino è sicuramente cambiato, ci sono state iniziative di solidarietà anche tra produttori? Il mercato, per chi come noi non lavora con la G.D.O. (Grande Distribuzione Organizzata n.d.r), è fermo e si limita alle vendite online attraverso il nostro e-commerce e ai canali social. A tal proposito vorrei parlare del “progetto Charity”, ideato da Cantina Social e al quale abbiamo aderito con orgoglio. E’ stato chiesto a 50 produttori di tutta Italia di produrre un box ad un prezzo vantaggioso –comprensivo delle spese di spedizione- e di esso almeno il 10% andrà devoluto agli ospedali locali o alla protezione civile per la lotta al Covid-19. In questo modo non solo si stanno raccogliendo fondi per i nostri ospedali, ma è stata data una mano a noi produttori. In questo momento di grande difficoltà ci è stata data la possibilità di farci conoscere attraverso i loro canali a titolo assolutamente gratuito. Il mercato principale è infatti per noi produttori di nicchia quello della ristorazione che è momentaneamente bloccato e per il quale la ripresa sicuramente non sarà facile.

  4. Complimenti, davvero una iniziativa molto interessante. Al di là delle iniziative private, avete ricevuto qualche aiuto dallo Stato oppure dalla Unione Europea? Sono stati presi provvedimenti anche nell’ambito della Pac (Politica Agricola Comune)? In teoria gli aiuti messi in campo fino ad ora dallo Stato ci sono, il problema è la pratica. Credo di parlare a nome di tutti gli imprenditori, non solo quelli del settore vitivinicolo, affermando che -ancora una volta- ci viene chiesto di indebitarci. Noi cerchiamo di portare avanti le nostre aziende con sforzi immani principalmente perché come disse Luigi Einaudi: “migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno”. Noi italiani nonostante tutto siamo eccellenza, Noi italiani ce la facciamo sempre. L’Italia, quella di De André, che resiste. È vero, ma ora è arrivato il momento che lo stato partecipi a questo sacrificio.

  5. Quali ritenete che potrebbero essere gl i interventi più urgenti da mettere in campo per aiutare le aziende e il mercato? Gli aiuti devono essere la velocità nell’operare, passare la palla a chi è capace -al di là del colore politico-, guardare al passato ,imparare ed andare avanti con determinazione e rispettando il popolo. Popolo che ha già fatto la sua parte, la sta facendo ora e la continuerà a fare.

  6. Un’ultima riflessione: molte strutture ospedaliere sono in prima linea per trovare una terapia che possa sconfiggere il Covid-19. È notizia di queste ore che sia partita la sperimentazione di una terapia farmacologica a base di Taurisolo che sfrutterebbe in particolare le proprietà antinfiammatorie del resveratrolo. Da produttori di Taurasi come vedete questa notizia? Una scoperta importante. Eravamo già a conoscenza, sia dell’importanza del resveratrolo - oggetto di studi già negli anni ’90 - sia dello studio del Dott. Ettore Novellino. Essendo nel cuore della Docg Taurasi, sapere che questi studi possano avere successo anche nella lotta al COVID-19 non può far altro che dare un valore aggiunto al nostro vino, oltre che riempirci d’orgoglio per i nostri prodotti e per i nostri esperti professionisti.


Pragmatismo e tenacia ma con un occhio puntato alla solidarietà. Ecco quindi come le Cantine Buonanno stanno affrontando questo momento delicato.

Ringraziamo di cuore Francesca Buonanno per averci offerto nuovi spunti di riflessione e incrociamo le dita per la ricerca in corso e per tutto il settore vitivinicolo.

18 aprile 2020



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