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Gerardo Giuratrabocchetti. Cantine del Notaio

Le interviste dei Calici Rosa e il Coronavirus


Il nostro viaggio continua alle pendici del Vulture, a Rionero (Potenza) in Basilicata ove incontriamo un amico, Gerardo Giuratrabocchetti. Gerardo è il titolare delle “Cantine del Notaio” e la sua passione per la viticoltura - tramandata nelle sua famiglia da ben sette generazioni - viene premiata ogni anno con molti riconoscimenti anche internazionali ottenuti dai suoi vini che racchiudono tutta la potenza e l’eleganza del Vulcano.

  1. Gerardo ci potresti innanzitutto raccontare come è attualmente la situazione sul vostro territorio e come la tua regione sta vivendo questa emergenza sanitaria? Sostanzialmente, come in tutta Italia, tutte le attività non primarie sono chiuse e, dunque, le strade appaiono con un quadro per noi, come per tutti, desolante. C’è diffidenza, c’è paura, ma nel complesso al sud e, in particolare nella nostra Basilicata, non viviamo e non abbiamo vissuto la drammaticità di quanto è successo altrove. Pur tuttavia, il virus quando colpisce in alcuni casi uccide e, purtroppo, anche io ho perso un caro amico che, tra l’altro, ci distribuiva il vino in Potenza e dintorni. Nel complesso, una regione, con scarsa demografia e concentrazione umana come la nostra, ha potuto godere di rischi più contenuti in una pandemia di questo tipo.

  2. Quali sono stati i momenti in cui avete avuto più paura? Abbiamo temuto per i rientri “biblici” dei giovani e di tanti lavoratori che sono ritornati a casa allo scoppio della pandemia. Va però sottolineato che, con molto senso civico, un po’ tutti hanno fatto una quarantena rigorosa e non si è verificato l’aumento dei casi positivi che si temeva. A tal proposito, voglio spezzare una lancia in favore di quanti sono stati etichettati o giudicati malamente dall’opinione pubblica allorché si sono viste immagini di treni e pullman presi d’assalto per rientrare al sud nelle abitazioni di famiglia. Mi permetto di offrire solo una riflessione su quanto possa essere drammatico vivere esperienze terribili, a distanza, da soli, senza poter fare nulla! Credo che i giudizi impietosi su quanti siano “scappati” dal nord, forse debbano essere ridimensionati sia perché non hanno prodotto danni, sia perché riunire le famiglie è stato un modo per scoprire l’importanza delle famiglie stesse e dei luoghi d’origine.

  3. Il settore vitivinicolo come ha affrontato questo mese e mezzo? L’agricoltura è un settore primario che non conosce soste. Le vigne riprendono a vegetare e lo fanno di domenica, a Pasqua e nei giorni festivi come quelli feriali! Sotto il profilo produttivo non c’è stata una pausa e il lavoro non si è mai interrotto. Non ci si è fermati neppure in cantina perché il vino va curato, travasato ed imbottigliato. In questo c’è tutto il dramma delle aziende vitivinicole: si lavora come se nulla fosse accaduto, con tutte le spese da sostenere, ma non ci sono più le entrate!! Il nostro è un settore che lavora prevalentemente nell’Ho.re.ca (n.d.r. acronimo di Hotellerie, Restaurant, Cateringe), quindi, sicuramente ha risentito delle chiusure dei negozi, bar, ristoranti, ecc…

  4. Tu, in particolare, hai modificato qualcosa nella tua attività? In questi momenti, veramente complessi, ho avuto bisogno di concentrarmi su tanti temi: riorganizzazione della produzione, avvio di nuove attività via social e via web, videoconferenze e relazioni nella mia figura di imprenditore, di Presidente di un Consorzio e di rappresentante vitivinicolo di Coldiretti a livello regionale. Se penso al bello della vita, e ci penso spesso soprattutto quando le cose non girano come vorrei, penso alla mia famiglia, alle persone che lavorano con me e alle vere, grandi persone che, seppur lontane sento vicine, proprio come voi.

  5. Grazie Gerardo, sono sentimenti di affetto e di vicinanza reciproci. Nei prossimi mesi come immagini che potrà trasformarsi il mercato del vino? Difficile dirlo! Di sicuro il mondo non sarà come prima, ma come evolverà il mercato è difficile stabilirlo. Possiamo ipotizzare più consumi verso il web (che oggi, in Italia, il 5% del fatturato delle aziende vitivinicole). Si pensa che questo 5% possa raddoppiare, ma rimarrebbe un 10% che non compenserebbe o non sostituirebbe di certo l’attuale Ho.re.ca che rappresenta oggi oltre l’80% delle entrate delle aziende vitivinicole. Di certo saliranno i consumi in GDO (n.d.r. Grande Distribuzione Organizzata). Credo, comunque, che la crisi spingerà tutti a ripensare alle modalità offerta. Nel breve e medio periodo si avrà un maggiore consumo da parte dei privati, a casa in famiglia o con un ristretto numero di amici. Il servizio di consegne a domicilio sarà più apprezzato e, quindi, enoteche e piccola ristorazione dovranno attrezzarsi di conseguenza. Certo prima o poi la gente tornerà a sposarsi, fare comunioni, cresime e battesimi, ma credo che la paura o il senso di responsabilità, spingerà le persone a rinviare queste occasioni a tempi migliori. Così sarà anche per le vacanze. Nella mia regione, che mi risulti, sono state annullate le prenotazioni di alberghi fino alla fine dell’anno. Difficile, pertanto, ipotizzare a breve una ripresa dei consumi nei canali tradizionali. Per gli altri si aprono spazi ed opportunità! Come si dice da noi “guerre e peste, c’è chi si scalza e chi si veste!!!”

  6. In che modo il settore vitivinicolo nel suo complesso come potrà reagire? Molto, o forse tutto, dipenderà, a mio modesto avviso, dal “tono” che si percepirà all’uscita della crisi. Di norma, nella storia, a fronte di gravi crisi (vedi dopoguerra o crisi energetica anni settanta), è seguita una straordinaria rinascita data dalla voglia della gente di rimboccarsi le maniche e di ricostruire. Ad oggi, la situazione rispetto al passato è molto più complessa. Lo Stato è fortemente indebitato, l’Italia è poco attrattiva, USA, Inghilterra, Giappone stampano moneta e l’euro è più forte. Denaro in giro poco, il sistema bancario in difficoltà e, ad oggi, gli aiuti alle imprese comportano, al meglio, un ulteriore indebitamento delle stesse, ma con l’aggravante di una moneta forte e poco competitiva. Probabilmente non avremo le migliori condizioni per ripartire, ma resto fiducioso che qualcosa dovrà succedere.

  7. Ad oggi avete già ricevuto aiuti dallo Stato o dall'Unione Europea? No, il settore, ad oggi, non ha ricevuto nulla. Le Regioni si stanno impegnando per anticipare i premi PAC (Politica Agricola Comunitaria) per dare un minimo di liquidità alle aziende. Si parla di dare dei contributi per la vendemmia verde, pratica che consiste nel gettare tutta l’uva prodotta dalle piante, per un tot di superficie, nel mese di giugno. Si avrebbe in questo modo globalmente una minore produzione con l’effetto di non ingolfare un mercato già saturo per i vini invenduti dell’annata precedente. Si darebbe altresì immediata liquidità alle aziende le quali, a partire da fine luglio, avrebbero un plafond di contributi per poter affrontare meglio la nuova annata che, come ben sappiamo, parte il primo agosto. Tutto dipenderà da quanto vorranno e potranno liquidare ad ettaro. Certo che se, da un punto di vista meteorologico, ci fosse l’annata del secolo, ci sarebbe da mangiarsi le mani dopo aver buttato giù l’uva!!! Un’altra misura tesa al riequilibrio dell’offerta potrebbe essere quella della distillazione volontaria.

  8. Quali ritieni che potrebbero essere gli interventi più urgenti per aiutare le aziende e il mercato? In parte ho già risposto. Di certo bisogna aumentare velocemente la disponibilità finanziaria delle imprese dando liquidità ad un settore seriamente danneggiato. Il bisogno di liquidità è sentito e vissuto da tutte le imprese di tutti i settori, ma anche dalla gente comune. Difficile pensare ad una ripresa se la gente comune ha finito le proprie riserve! Mi piace pensare positivo! Come mi ha insegnato un caro Amico (volutamente e giustamente con la A maiuscola), vittima di una grave tragedia familiare: “i pensieri negativi, in alcuni momenti, si gonfiano e cacciano quelli buoni. Ma anche i pensieri positivi si possono comportare allo stesso modo: dunque possono gonfiarsi e scacciare quelli negativi!” Io penso positivo!!!! E voi?


E noi vogliamo seguire il tuo coraggioso ottimismo e la tua voglia di reinventarsi.

Grazie Gerardo e a presto con un’altra cantina!

22 aprile 2020



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