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La Biòca

Terra, vino, eccellenza

Oggi mi trovo in questa magnifica terra di Langa, precisamente a Serralunga d’Alba e ho il piacere di presentarvi Claudia Lucchesi de “La Biòca”, azienda vitivinicola in Serralunga d’Alba (CN).

“La Biòca” esprime l’eccellenza di queste terre di Langhe tramite i suoi vini, è fedele al suo territorio ed ai propri vitigni autoctoni, producendo vini d’eccellenza.

Oltre alla cantina di vinificazione ed a quella sotterranea per l’affinamento in botti di legno e barrique, c’è anche una sala degustazione con terrazza e un agriturismo con 6 camere confortevoli che si affacciano sui vigneti.

Come logo ha il Riccio, simbolo di questa bella realtà.

Claudia gestisce l’azienda lavorando sia in vigna che in cantina, è sempre in movimento, viaggia in tutta Italia presentando i suoi vini. E’ una persona speciale, sempre allegra e positiva... Una vera forza della natura.

I suoi vini: “Ricciante” (spumante extra dry di Freisa), “Favorosa” da uve Favorita, “Arneis”, “Faje’n ross” un Langhe DOC rosso da uve Freisa,“Daje mac” da uve Pelaverga, “Ricciaia” é Dolcetto d’Alba,“Stermà” é Nebbiolo d’Alba, “Il Barbaresco”, “Il Barolo”.




  1. Claudia, che cosa vi ha spinto a cominciare questa esperienza e a iniziare a produrre vino? La Biòca è una società che nasce da una forte passione. Il nome della cantina “Biòca” (parola piemontese) indica una persona decisa e un po’ con la testa dura. Ci è sembrata un’immagine perfetta per esprimere con un pizzico di autoironia il brio delle persone che si dedicano con ambizione, impegno e pervicacia a trarre il meglio dalla loro terra, a creare con nobile ostinazione una gamma vinicola che traduca in eccellenza da bere le straordinarie potenzialità di un territorio altamente vocato alla vitivinicoltura come quello delle Langhe.

  2. Perché un amante del vino dovrebbe scegliere di degustare i vostri vini e quali sono le caratteristiche uniche che li contraddistinguono? Perché assaggiare La Biòca? Perché è una realtà nuova che combina tradizione con innovazione, perché assolutamente una cosa non esclude l’altra e soprattutto perché nei vini si sente la croccantezza, l’amore e la verve di chi è giovane e ha voglia di lavorare, con la consapevolezza che ha ancora molto da apprendere... Ma soprattutto bisogna assaggiare La Biòca perché noi siamo quelli del: “Buono, non lo conoscevo!”

  3. Claudia, se dovessi spiegare ad una persona che non vi conosce la vostra produzione, il vostro stile, come definiresti i vostri vini? Lo stile dell’azienda preferisce alla potenza la pastosa fittezza. Eleganza e finezza sono le parole d’ordine. Siamo certi che ogni vino debba dimostrare la sua personalità, il nostro compito è di non snaturare ma di evidenziare le differenze, mantenendo la piacevolezza.

  4. Qual’è il vino che maggiormente rappresenta “La Bioca”? Di certo lo “Stermà” Nebbiolo d’Alba Superiore. Sí, è proprio lui il nostro Re, quello dal caratteraccio, dai tannini ben percepibili, dalla grande acidità e territorialità. Intenso, complesso, speziato, inconfondibile il suo profumo.

  5. Claudia, quale piatto tipico locale consiglieresti in abbinamento? Lo Stermà si abbina con i salumi, carni rosse, brasati, selvaggina e tutti i formaggi stagionati.

  6. Quanto conta la tradizione e quanto invece sono importanti oggi la ricerca scientifica e la tecnologia nella produzione del vino? Sono dell’idea che il vino si fa in vigna, uva buona uguale vino buono. Detto ciò, apprezziamo la tecnologia che ci aiuta a lavorare meglio. Ben vengano le reti che ci riparano dalla grandine e dal sole così cuocente degli ultimi anni, ben vengano tutti mezzi che ti permettono di avere gli stessi risultati in minor tempo e minor fatica. Per quanto riguarda la cantina vale lo stesso discorso: sarà l’enologo artigiano del vino che si ingegna a trovare soluzioni che si appoggiano alle pratiche tradizionali ed alla tecnologia, insomma deve unire la diligenza alla scienza.

  7. Claudia ho già percepito tutta la passione che metti nel tuo lavoro e ti chiedo qual è la cosa che ami di più in quello che fai? Del mio lavoro amo tutto. Ogni tanto penso... Se non facessi questo che farei? Non sono mai riuscita a darmi una risposta. Lavorare in una piccola azienda vitivinicola ti permette di viverla appieno, dalla potatura alla vendemmia, seguire in cantina tutti i processi della vinificazione per poi arrivare alla vendita e consegna del vino. Infine, grazie al mio lavoro, ho a che fare con persone che amano il vino quanto me… Cosa posso volere di più?

  8. Cosa é che ti emoziona in un vino quando lo degusti? Il vino è la mia dedizione, dentro ad un bicchiere trovi la territorialità della zona, la varietà del vino e il lavoro dell’uomo.

  9. Claudia, a questo punto la domanda sorge spontanea: quale vino bevi nel quotidiano? Non ho un vino in particolare, diciamo che vado un po’ a periodi. La cosa che però ti posso assicurare è che di una azienda non bevo mai solo una tipologia ma le provo tutte o quasi, per capire bene lo stile della cantina.

  10. Infine, devo chiedertelo, Qual’è il vino che ti piacerebbe fare e che non hai ancora fatto? Bella domanda! Alla quale ho una bella risposta ossia Pinot Nero, uno dei miei vitigni preferiti insieme al Nebbiolo. La cosa interessante è che lo abbiamo piantato quest’anno (2018) in un appezzamento a Roddino (Alta Langa). Che cosa ci faremo... Sorpresa! Nel frattempo ce ne prendiamo cura e lo facciamo crescere, tra qualche anno ci darà buoni frutti e allora inizierà un’altra avventura.


Grazie Claudia per la tua gentilezza e disponibilità, è stato bello ed emozionante visitare la vostra cantina e i vigneti, passeggiando tra le botti dove matura e riposa il vino. Ho ascoltato affascinata la vostra realtà, dalla vendemmia fino all’imbottigliamento. Nelle vigne sono rimasta colpita dalla bellezza e dai colori delle meravigliose Langhe che vi circondano. Grazie anche per la bella e particolare degustazione. Sono certa che accogliete tutti con calore e tanta allegria. Le porte delle vostre cantine sono aperte a chi ha il piacere di visitarle e di scoprire i vostri vini.

Serralunga d’Alba, 12 Ottobre 2018

- Anita Maninchedda

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